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ETNO-FICTION

Anita Vittorelli a ARTEATRO - Teatro Comunale Pier Paolo Pasolini
Teatro Comunale Pier Paolo Pasolini Casarsa della Delizia

Anita Vittorelli nasce a San Vito al Tagliamento (PN) nel 1977. La sua formazione universitaria si svolge nell’ambito delle scienze sociali. Ha collaborato come illustratrice alla rivista artistico-letteraria “Il Vizio” edita dalla libreria “Il Segno” di Pordenone. Con alcuni illustratori della medesima rivista ha esposto per la prima volta nel 2002 con il ciclo creativo “Oro/Alchimia”. Nel decennio successivo ha continuato la ricerca artistica, ma senza rendere pubblico il suo lavoro. Nel dicembre 2011 vince il bando di selezione per esporre alla Galleria “Immagine e Colore” di Genova. Considerate le critiche positive di pubblico e specialisti del settore, la Gallerista le propone una mostra a Venezia a Marzo 2012 a Palazzo Zenobio prestigiosa sede espositiva d’arte contemporanea, sede anche della Biennale. Da allora espone in mostre personali e collettive, è presente con alcune pubblicazioni nella rivista d’arte “Over Art”, ha ricevuto riconoscimenti e premi tra cui il “Primo premio sezione opera giovane artista Friuli Venezia Giulia”. L’immagine di una sua opera è in copertina di “Tutto l’amore che abbiamo potuto”della poetessa Alessandra Servi, con la quale ha una decennale collaborazione artistica.

La formazione e la ricerca artistica da autodidatta, negli ultimi anni, l’ha portata ad approfondire il concetto di immagine ed immaginario espresso dall’antropologo Marc Augé in particolare nel saggio “La guerra dei sogni. Esercizi di etno-fiction”, in cui Anita Vittorelli trova la naturale prosecuzione della ricerca personale condotta fino ad allora. Da qui la necessità di dare vita al ciclo creativo ETNO-FICTION, in cui è facilmente riconoscibile “La tecnica con pennellate forti e immediate che rende l’opera vibrante ed efficace nell’espressione. Il fondo piatto e monocromo aiuta a dare forza al soggetto, a farlo risaltare senza creare confusione.” (Primo Perosa). Inoltre “i colori, graffianti e magistralmente sovrapposti al colore dello sfondo, scelto con attenzione e cura del dettaglio, fanno del dipinto un'opera unica e piena di stile personale rarissimo e sorprendente. La semplicità colpisce l'animo e la mente e fa riflettere e ritornare più volte sull'opera per interrogarsi sul profondo significato.” (Letizia Lanzarotti).

Particolare attenzione va data ai titoli “…emblematici e poeticamente struggenti ma ridotti all'essenziale, spogliati di ogni significato che può apparire indiretto o sovraccarico, diventano suggestioni fondamentali per la comprensione e l'esaltazione dell'opera, frammento idealistico universale di vita vissuta.” (Letizia Lanzarotti) Le tematiche affrontate in questo ciclo creativo sono così descritte da Alessandra Santin: “Vittorelli coglie l'assoluta unicità di ciascuno, il percorso individuale che subito si fa storia. Ogni volto, tratto dalla moltitudine delle foto presenti nelle riviste, dal fluire ininterrotto delle immagini di films, video, pubblicità, viene trattato come veduta di paesaggio. Il taglio compositivo accentua la specificità di ognuno, indugia sull'età, la provenienza, il pensiero rivolto al futuro, lo sguardo vivo nel presente. I volti che Anita Vittorelli tratta come icone del contemporaneo, interpretano un ruolo, si fanno simbolo per narrarsi e dunque per esistere.”

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